In una logica ex post, viene affermato che a maggior rendimento atteso corrisponde maggior rischio atteso.
Attraverso l’analisi delle serie storiche è infatti possibile verificare che i rendimenti calcolati con riferimento ad un dato periodo di tempo sono tanto maggiori quanto è maggiore la variabilità dei rendimenti prodotti in quel determinato periodo di tempo.
Questo fa sì che i rendimenti e i rischi storici vengano assunti come elementi per la determinazione dei rendimenti e dei rischi attesi.
Osservando orizzonti temporali molto estesi, si può notare che il rendimento offerto dagli investimenti azionari è stato superiore a quello generato dalle obbligazioni o dalla liquidità. La maggiore redditività è però stata accompagnata da oscillazioni, anche marcate, del valore dell’investimento stesso.
La volatilità ha però sollevato dubbi sui principi base della finanza in quanto, secondo uno studio di NATIXIS:
- L’assunzione di rischi più elevati non è necessariamente compensata da un rendimento atteso più elevato;
- Le azioni a bassa volatilità tendono a eguagliare o superare la performance di mercato sul lungo periodo.
Questo è dimostrato dal grafico che segue:
Fonte: Seeyond / Bloomberg, fine giugno 2015. Q1 (quintile1 più basso) rappresenta gli stock a basso rischio basati sul beta. Q5 (quintile più alto) rappresenta titoli ad alto rischio basati su beta. In base ai rendimenti delle azioni incluse nell’indice MSCI Europe NR EUR. Le scorte hanno lo stesso peso e i quintili sono ribilanciati su base trimestrale.
L’obiettivo di ogni portafoglio azionario dovrebbe pertanto essere quello di sovra performare il mercato azionario di riferimento sul lungo periodo riducendo significativamente la volatilità attraverso una strategia “Minimum Variance”.
Prossimamente approfondiremo i principi alla base dell’approccio “Minimum Variance”.
1) Quantili – Quartili
Sono le n parti uguali in cui si suddivide l’intera distribuzione di frequenza, dopo aver ordinato i valori. Quando la distribuzione si suddivide in 4 parti uguali (q = 4) si parla di quartili; in 5 parti uguali (q = 5) si parla di quintili; in 6 parti uguali (q = 6) si parla di sestili; in 10 parti uguali (q = 10) si parla di decili; in 100 parti uguali (q = 100) si parla di percentili.